Castel Campanile

Comune di Fiumicino

Testi, fotografie e disegni di Valerio Contrafatto, Flaminia Gonnelli, Carlo Gonnelli e Maria Luisa Sivori, Roberto Maldera, Daniele Marcello, Giampiero Marcello.

A poca distanza dalla strada che da Palidoro va verso il lago di Bracciano, a ovest, su una collina di tufo lunga e stretta, dalle pareti rocciose a strapiombo sulle vallate sottostanti, situata alla confluenza di due corsi d’acqua, si trovano i resti di un castello medievale e del suo borgo.

Prima del castello | L’insediamento nel Medioevo | Il Castellaccio | I vasi di Castel Campanile | Le vicende recenti | Approfondimenti

Galleria fotografica

Dov’è Castel Campanile

Bibliografia

Ashby 1927: Thomas Ashby, The Roman Campagna in Classical Times, Londra 1927. L’edizione consultata è stata pubblicata da Ernst Benn Limited a Londra nel 1970.

Canina 1832: Luigi Canina, Scavi etruschi, in Bullettino dell’Instituto di corrispondenza Archeologica n° V, Maggio 1832, pp.105 – 106. Il testo è consultabile in Google Libri.

Canina 1846: Lugi Canina, L’antica Etruria marittima, Reverenda Camera Apostolica, Roma 1846, pp. 163-165.

Carocci 1993: Sandro Carocci, Baroni di Roma. Dominazioni signorili e lignaggi aristocratici nel Duecento e nel primo Trecento, Roma: École Française de Rome, 1993, pp. 382-386.

Conti 1980: Simonetta Conti, Le sedi umane abbandonate nel Patrimonio di S. Pietro, Firenze: Olschki, 1980.

Coppi 1836: Antonio Coppi, Ceri, Cerveteri e Castel Campanile, dissertazione letta dal socio ordinario Antonio Coppi nell’adunanza tenuta il 3 aprile 1834, in: Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di archeologia, tomo VII, Roma: dalla Tipografia della R.C.A., 1836, pp. 342-346. Il testo è consultabile in Google Libri.

Cristofani 1988: Mario Cristofani, Giuliana Nardi, Maria Antonietta Rizzo, Caere I – Il Parco archeologico, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma 1988.

De Rossi 1981: Giovanni Maria De Rossi, Torri medievali della Campagna Romana, Roma: Newton Compton, 1981.

Enei 2001: Flavio Enei, Progetto Ager Caeretaus. Il litorale di Alsium, Santa Marinella: Tipografia GIMAX, 2001.

Enei 2012: Flavio Enei (a cura di), Castel Campanile. Un insediamento medievale nell’antico territorio cerite, Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, 2012, disponibile in Academia.

Fea 1832: Carlo Fea, Storia dei vasi fittili dipinti che da 4 anni si trovano nello stato ecclesiastico in quella parte che è nell’antica Etruria colla relazione della colonia lidia che li fece per più secoli prima del dominio dei romani. Discorso all’Istituto di corrispondenza Archeologica in Roma, in: Opere, di Carlo Fea, Francesco Girolamo Cancellieri, Giuseppe Antonio Guattani, Ludovico Linotte, Roma, 1832, p.44. Il testo è consultabile in Google Libri.

Frutaz 1972: Amato Pietro Frutaz, Le carte del Lazio, 2 voll., Roma: Istituto di Studi Romani, 1972.

Gell 1846: William Gell, Edward Herbert Bunbury, The Topography of Rome and its Vicinity, London: H.G. Bohn, 1846, pp. 110, 160, 162-163. Il testo è consultabile in Google Libri.

Hill 1938: Dorothy Kent Hill , Castel Campanile and its pottery, The Journal of the Walters Art Gallery, vol. I, Baltimore, Maryland, 1938, pp. 111 e sgg.

Nibby 1837: Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della Carta dei dintorni di Roma, in 3 tomi, Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1837.

Silvestrelli 1940: Giulio Silvestrelli, Città, castelli e terre della regione romana, II edizione riveduta e corretta dall’autore, Roma: Bonsignore 1993, ristampa dell’edizione di Roma del 1940.

Tomassetti 1910-1926: Giuseppe Tomassetti, La campagna romana antica, medievale e moderna, Bologna: Arnaldo Forni editore, ristampa dell’edizione di Roma 1910-1926.

Links

Walters Art Museum di Baltimora, Maryland, U.S.A.

Castel Campanile si trova nella proprietà dell’Azienda agricola Casale del Castellaccio.

Prima del castello

Castel Campanile si trova lungo la strada omonima, a circa quattro chilometri dal bivio con l’Aurelia all’altezza di Palidoro, all’interno della proprietà di una moderna azienda agricola, il cui punto di accoglienza è l’agriturismo Casale del Castellaccio.

A poca distanza dalla strada, a ovest, su una collina di tufo lunga e stretta, dalle pareti rocciose a strapiombo sulle vallate sottostanti, situata alla confluenza di due corsi d’acqua, si trovano i resti di un castello medievale e del suo borgo.

Ben prima dell’anno Mille, sin dall’Alto Medioevo, nella collina di Castel Campanile si era formato un villaggio contadino, preceduto a sua volta, da un insediamento di epoca etrusca, quindi ancora più antico di oltre un millennio.

Numerose grotte artificiali, scavate nella collina e destinate nel tempo a vari usi – ricovero di animali e di uomini, deposito di derrate o magazzino di attrezzi agricoli, bottega, alcune forse a sepoltura – testimoniano una intensa frequentazione umana.

Nei dintorni della collina sono stati rinvenute alcune tombe etrusche, tra cui quelle della necropoli delle Macchiozze, e le tracce di chiese medievali, di ville romane e di insediamenti che risalgono fino all’età del bronzo. Alcuni esempi notevoli di strade etrusche scavate nel tufo, le cosiddette “tagliate”, convergono verso la collina di Castel Campanile.

L’insediamento nel Medioevo

Il castello e il suo borgo, anch’esso fortificato, furono edificati intorno al 1200 e furono abitati ininterrottamente per duecento anni. Il signore di Castel Campanile, o un suo rappresentante, risiedeva con la sua corte e la scorta nel castello vero e proprio, che svettava con le sue mura dall’estremità meridionale della collina, la parte meglio difesa naturalmente.

Gli abitanti del villaggio coltivavano i campi circostanti a frumento e a orzo, oltre al foraggio per somari, cavalli e buoi (che all’epoca erano troppo preziosi come forza lavoro per essere mangiati), mentre gli appezzamenti più vicini al castello erano destinati a orto.

Con ogni probabilità era presente anche una vigna. Ancora oggi lungo il fosso del Tavolato vi è un canneto, come quello dal quale, nel Medioevo, erano ricavati i sostegni per le piante di vite. Inoltre, il colombaio di Pizzo del Prete, una curiosa grotta artificiale con centinaia di cellette scavate nelle pareti, dava alloggio ai piccioni, il cui guano era un concime particolarmente apprezzato dai viticoltori.

Di proprietà dei Normanni, un’importante famiglia nobile romana, Castel Campanile fu abbandonato verso la fine del Trecento, forse in seguito all’estinzione della discendenza maschile del casato. Diverse delle donne superstiti dei Normanni andarono in spose agli uomini della famiglia degli Anguillara, che acquisirono così il castello e il suo territorio.

La tenuta cambiò radicalmente destinazione produttiva. Da fondo agricolo, coltivato con cura, divenne meta di pastori transumanti, che portavano al pascolo invernale le greggi, e di bovari, che col miglioramento delle condizioni economiche e il cambiamento dei gusti trovavano più redditizio fornire di carne la crescente popolazione di Roma piuttosto che coltivare la terra.

Il Castellaccio

Col tempo le mura, le porte, le torri, il mastio, le chiese, le abitazioni rovinarono, anche se in una carta del Seicento alcuni edifici appaiono ancora in piedi, forse ancora abitati. Le costruzioni furono, poi, smantellate per ricavarne materiale da costruzione per realizzare i casali vicini.

Le frane del pianoro tufaceo sul quale sorgevano il castello e il suo borgo fecero il resto, riducendo a pochi brandelli di muri quella che un tempo doveva essere una struttura imponente.

La vegetazione selvatica riconquistò i campi un tempo coltivati. Castel Campanile divenne così “il Castellaccio”, toponimo con cui ancora oggi è conosciuto il luogo.

Nonostante la rovina che il tempo e l’uomo hanno prodotto su di esso, Castel Campanile rimane una preziosa testimonianza, per gli archeologi e per chiunque sia interessato alla storia del nostro territorio, del cambiamento subito nei secoli dal paesaggio della campagna romana.

I vasi di Castel Campanile

Negli ultimi due secoli il territorio ha restituito preziose testimonianze del suo passato. Alcuni bellissimi vasi di epoca etrusca con la targhetta “Castel Campanile” furono rinvenuti negli anni Trenta dell’Ottocento da Luigi Canina, archeologo al servizio dei Borghese, allora proprietari della tenuta.

Nel 1938 e nel 1939, l’archeologa statunitense Dorothy Kent Hill, prima curatrice di arte classica del Walters Art Museum, venne a Castel Campanile per indagare sul luogo di provenienza dei vasi greci ed etruschi che si trovavano nel museo.

A lei si deve il primo studio topografico accurato di Castel Campanile, sulla base del quale sostenne la tesi dell’origine etrusca dell’abitato, tesi condivisa dallo studioso romano Antonio Nibby, che aveva visitato un secolo prima gli scavi del Canina.

L’archeologo britannico Thomas Ashby, invece, che era stato sul luogo nei primi decenni del Novecento, affermava, scettico, di non aver visto a Castel Campanile nulla di anteriore al Medioevo, a parte una stele funeraria romana, probabilmente la stessa che oggi è visibile presso l’azienda agricola di Casale del Castellaccio.

Ecco alcuni dei vasi rinvenuti a Castel Campanile e custoditi presso il Walters Art Museum di Baltimora (Maryland, USA):

  • kylix attica a figure nere con un uomo che conduce una biga, vedi;
  • kylix attica a figure nere con doppio registro di animali, vedi;
  • anfora attica a figure nere con menadi, vedi;
  • anfora attica a figure nere con satiri e menadi, vedi;
  • anfora attica a figure nere con guerrieri, vedi;
  • anfora attica a figure nere con scene rappresentanti un uomo e una donna, vedi;
  • stamnos etrusco a figure rosse con scene rappresentanti un uomo e una donna, vedi;
  • stamnos etrusco a figure rosse con donna che danza tra due satiri, vedi;
  • kalpis attico a figure rosse rappresentante una scena di toeletta con due donne ed Eros, vedi.

Altri vasi provenienti da Castel Campanile si trovano presso il Bryn Mawr College in Pennsylvania, sempre negli Stati Uniti, e a Oxford, nel Regno Unito.

Le vicende recenti

Nel secondo dopoguerra del secolo appena passato, Castel Campanile ha conosciuto ancora una riscoperta della sua millenaria vocazione agricola. Campi coltivati e pascoli, nel rispetto più rigoroso dell’ambiente, offrono una vista bellissima e prodotti sani e gustosi per le nostre tavole.

Castel Campanile recentemente ha corso il serio rischio di essere cancellato per sempre con tutta la sua storia. La regione Lazio aveva progettato di realizzare una discarica nell’area compresa tra Pizzo del Prete e Le Macchiozze, nella quale sarebbero confluiti i rifiuti di Roma. Tale insano progetto sembra essere stato abbandonato, speriamo per sempre.

Se oggi Castel Campanile è un’area archeologica curata e accessibile al pubblico il merito va in grande misura agli attuali proprietari, che con sensibilità e lungimiranza hanno agevolato le ricerche archeologiche nell’area e mantengono una fruttuosa collaborazione con le istituzioni e le associazioni che operano per la tutela dei beni culturali.

Approfondimenti

Dalle origini all’abbandono

La storia dell’abitato di Castel Campanile, situato nel comune di Fiumicino, dalle origini, alla trasformazione in castello nel Medioevo, ai trasferimenti di proprietà da una famiglia nobile romana all’altra, fino all’abbandono.

Visitatori e studiosi

I ruderi di Castel Campanile attirarono visitatori sin dagli inizi dell’Ottocento. Erano curiosi e studiosi, affascinati dalla solitudine del luogo e da ciò che restava della sua storia. Alcuni erano mossi dal semplice desiderio di comprendere cosa era stato quel posto un tempo. Altri erano attratti anche dalla possibilità di rinvenire antichi tesori d’arte.

Dorothy Kent Hill

Archeologa e storica dell’arte, Dorothy Kent Hill fu curatrice della collezione di arte classica della Walters Art Gallery di Baltimora negli USA per quarantadue anni. Alla fine degli anni Trenta del Novecento, venne in Italia per studiare l’origine di alcuni vasi greci ed etruschi della collezione a lei affidata, provenienti da Castel Campanile, che si trova nel territorio del comune di Fiumicino.

Il territorio

La storia di Castel Campanile è condizionata dalle caratteristiche del suo territorio. Un tempo quest’area era coperta dalle acque marine. Con l’emersione del fondale marino, l’attività vulcanica e i corsi d’acqua la trasformarono ancora. Nel Medioevo fu costituita una tenuta agricola richiamata in atti e carte catastali antichi e il cui nome ricorre nei toponimi fino ai giorni nostri.

Il castello e il suo borgo

I ruderi dell’insediamento medievale di Castel Campanile sono adagiati su una collina allungata e piatta nella sommità. Dell’antico abitato rimangono scarni tratti delle mura e i resti di alcune torri, i fossati difensivi, le grotte e le tracce delle sue chiese. I Templari gestirono una piccola tenuta agricola confinante con il territorio di Castel Campanile.

L’insediamento rupestre

L’insediamento abitativo medievale di Castel Campanile è costituito da numerose grotte scavate nel tufo. In queste grotte vivevano le persone, erano ricoverati gli animali e riposti gli attrezzi da lavoro. Accanto alle grotte, sono presenti altre cavità artificiali realizzate per vari scopi.

Le costruzioni in muratura

Intorno all’anno 1200 l’abitato rupestre di Castel Campanile, così come molti insediamenti in quel periodo, si munisce di una cinta muraria turrita di cui sono visibili numerosi resti. Sia il castrum vero e proprio che il borgo sono fortificati.

22 marzo 2015 (ultima revisione: 22 marzo 2015).