Dorothy Kent Hill

di Giampiero Marcello.

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Archeologa e storica dell’arte, Dorothy Kent Hill fu curatrice della collezione di arte classica della Walters Art Gallery di Baltimora negli USA per quarantadue anni. Alla fine degli anni Trenta del Novecento, venne in Italia per studiare l’origine di alcuni vasi greci ed etruschi della collezione a lei affidata, provenienti da Castel Campanile, che si trova nel territorio del comune di Fiumicino.

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Gli studi e la carriera

Dorothy Kent Hill, ex-curatrice di arte antica presso il Walters Art Museum di Baltimora, USA. Immagine tratta da Randall 1977.

Dorothy Kent Hill nasce il 3 febbraio 1907 nella città di New York da Arthur Edward Hill e Grace Louella Kent in Hill.[1] Studia presso il Vassar College di New York, conseguendo il Bachelor of Art, e presso la John Hopkins University di Baltimora, presso la quale consegue il titolo di Philosophy Doctor in archeologia nell’anno accademico 1930-1931 con la tesi Conventions of Attic black-figured drawing, sotto la guida di David M. Robinson.[2]

Nei primi anni Trenta del Novecento Dorothy è in Grecia, Fellow presso l’American School of Classical Studies ad Atene, per completare la sua formazione con gli studi sul campo. Nel 1930 a Corinto studia insieme a Rhys Carpenter le fortificazioni tardo-romane della città. Le loro ricerche forniscono informazioni importanti sulla storia e sulla topografia di Corinto, ma non sono pubblicate. [3] Nel 1932 pubblica i risultati delle sue ricerche sul porto antico del Pireo ad Atene. Oggetto dei suoi studi sono alcune pietre di confine con iscrizioni, che si ritiene risalgano al V secolo a.C., quando fu realizzata la città portuale da parte di Ippodamo di Mileto e dei suoi seguaci.[4]

Nel 1934, Tenney Frank della John Hopkins University propone Dorothy come ricercatrice per la collezione di arte classica della Walters Art Gallery di Baltimora, oggi Walters Art Museum. Le è affidato l’incarico di catalogare 3749 oggetti provenienti dalla Grecia, da Roma, dall’Egitto e dal Vicino Oriente.

Dorothy Kent Hill a Corinto nel 1930. Immagine tratta da Gregory 1979.

Nel 1938 e nel 1939, Dorothy viene in Italia per indagare su Castel Campanile, luogo di provenienza di alcuni vasi greci ed etruschi che si trovavano nel museo. Si tratta di un sito archeologico che si trova nel territorio del comune di Fiumicino, già noto per gli scavi condotti dal Canina e per gli studi topografici di Nibby e Gell nell’Ottocento. Confronta gli elementi ricavabili dall’analisi critica della letteratura pubblicata degli studiosi dell’Ottocento con i risultati della sua ricerca sul campo.

È incuriosita e, allo stesso tempo, perplessa nel constatare che un sito che ha restituito una serie di vasi antichi tanto belli e interessanti per lo studio dell’arte antica abbia attirato così poco l’attenzione degli insigni studiosi che l’hanno preceduta.

Fa ripulire l’area del Castellaccio e disegna la prima pianta topografica dell’insediamento, nella quale segnala una strada scavata nella roccia e numerosi pozzi scavati sul pianoro, oggi non più visibili. Nell’articolo riporta alcune fotografie che danno un’idea di come erano i luoghi a quel tempo. Le sue argomentazioni costituiscono un punto di riferimento importante ancora oggi. I risultati delle sue ricerche sono pubblicati nel 1938 nella rivista della Walters Art Gallery.[5]

Il profilo del Castellaccio di Castel Campanile visto da Est in una fotografia scattata alla fine degli anni Trenta nel Novecento. Immagine tratta da Kent Hill 1938.

Divenuta primo Curatore di Arte Antica della Walters Art Gallery nel 1940, pubblica importanti studi relativi agli oggetti della collezione, facendoli conoscere, un compito impegnativo che non sempre un curatore si assume.[6]

Nel 1948 Dorothy diviene editor del Bullettin della Walters Arts Gallery, incarico che mantenne per ventidue anni. Ciò le dà l’occasione di pubblicare brevi note divulgative sugli oggetti della collezione del museo. Assume anche l’incarico di book review editor del Journal of American Archaeology, un’attività che le consente di rimanere in contatto con i colleghi archeologi impegnati in attività di ricerca in tutto il mondo.

Dorothy tiene numerose conferenze, rivolte a un pubblico vario, di studenti di tutte le età e di appassionati, come di esperti, distinguendosi, a detta di chi ebbe la possibilità di seguirle, per la chiarezza della sua esposizione e il senso dello humor.

Fu sempre una persona curiosa e aperta al nuovo. Nel 1973, alla verde età di sessantasei anni, decide di immergersi sott’acqua per la prima volta nel Mar Tirreno per verificare di persona le potenzialità dell’archeologia subacquea.

Nel 1977 va in pensione, affidando un’eredità significativa a chi l’avrebbe sostituita. Dedicandosi con passione alla sua collezione, infatti, in quarantadue anni di lavoro attento e competente aveva arricchito notevolmente la Walters Art Gallery, facendo buon uso delle risorse limitate di cui disponeva.

Nel 1986 Dorothy Kent Hill muore, lasciando agli studiosi e agli appassionati di arte antica e di archeologia una lunga lista di pubblicazioni, spesso prendendo spunto dagli oggetti affidati alle sue cure, come era accaduto con i vasi di Castel Campanile.

I vasi di Castel Campanile

Diversi vasi rinvenuti a Castel Campanile sono custoditi presso il Walters Art Museum di Baltimora (Maryland, USA). I vasi furono acquistati nel 1902 da Henry Walters insieme agli altri oggetti della collezione di Don Marcello Massarenti di Roma. Nel 1931 furono acquisiti con lascito dalla Walters Art Gallery di Baltimora, oggi Walters Art Musem.

Qui sotto possiamo ammirare la galleria di questi splendidi vasi. Cliccando su apri scheda è visualizzata una schermata dalla quale si possono consultare le informazioni contenute nella scheda di catalogazione del vaso.

Collegamenti

Dalle origini all’abbandono

La storia dell’abitato di Castel Campanile, situato nel comune di Fiumicino, dalle origini, alla trasformazione in castello nel Medioevo, ai trasferimenti di proprietà da una famiglia nobile romana all’altra, fino all’abbandono.

Visitatori e studiosi

I ruderi di Castel Campanile attirarono visitatori sin dagli inizi dell’Ottocento. Erano curiosi e studiosi, affascinati dalla solitudine del luogo e da ciò che restava della sua storia. Alcuni erano mossi dal semplice desiderio di comprendere cosa era stato quel posto un tempo. Altri erano attratti anche dalla possibilità di rinvenire antichi tesori d’arte.

Il territorio

La storia di Castel Campanile è condizionata dalle caratteristiche del suo territorio. Un tempo quest’area era coperta dalle acque marine. Con l’emersione del fondale marino, l’attività vulcanica e i corsi d’acqua la trasformarono ancora. Nel Medioevo fu costituita una tenuta agricola richiamata in atti e carte catastali antichi e il cui nome ricorre nei toponimi fino ai giorni nostri.

Il castello e il suo borgo

I ruderi dell’insediamento medievale di Castel Campanile sono adagiati su una collina allungata e piatta nella sommità. Dell’antico abitato rimangono scarni tratti delle mura e i resti di alcune torri, i fossati difensivi, le grotte e le tracce delle sue chiese. I Templari gestirono una piccola tenuta agricola confinante con il territorio di Castel Campanile.

L’insediamento rupestre

L’insediamento abitativo medievale di Castel Campanile è costituito da numerose grotte scavate nel tufo. In queste grotte vivevano le persone, erano ricoverati gli animali e riposti gli attrezzi da lavoro. Accanto alle grotte, sono presenti altre cavità artificiali realizzate per vari scopi.

Le costruzioni in muratura

Intorno all’anno 1200 l’abitato rupestre di Castel Campanile, così come molti insediamenti in quel periodo, si munisce di una cinta muraria turrita di cui sono visibili numerosi resti. Sia il castrum vero e proprio che il borgo sono fortificati.

Note

1 https://prabook.com/web/dorothy_kent.hill/1696089 visto il 6/1/2019.

2 Randall 1977, pp.v-vi; National Research Council 1933, p.10.

3 Gregory 1979, pp. 264 e sgg. e figura 78b.

4 Kent Hill 1932.

5 Kent Hill 1977.

6 Kent Hill 1938.

Bibliografia

Gregory 1979: E. Gregory, The Late Roman Wall at Corinth, Hesperia: The Journal of the American School of Classical Studies at Athens, Vol. 48, No. 3 (Jul. – Sep., 1979), pp. 264-280 , https://www.jstor.org/stable/147980.

Kent Hill 1932: Dorothy Kent Hill, Some Boundary Stones from the Piraeus, American Journal of Archaeology, Vol. 36, No. 3 (Jul. – Sep., 1932), pp. 254-259 (6 pages), https://www.jstor.org/stable/49838.

Kent Hill 1938: Dorothy Kent Hill, Castel Campanile and its pottery, The Journal of the Walters Art Gallery, vol. I, Baltimore, Maryland, 1938, pp. 111 e sgg.

Kent Hill 1977: Bibliography of Dorothy Kent Hill, The Journal of the Walters Art Gallery, Vol. 36, Essays in Honor of Dorothy Kent Hill (1977), pp. vii-xv, https://www.jstor.org/stable/20168941.

National Research Council 1933: Reprints and Circular Series of the National Research Council, Doctorates Conferred in the Science by American Universities 1930-1931, Washington D.C., 1933.

Randall 1977: H. Randall Jr., Dorothy Kent Hill, The Journal of the Walters Art Gallery, Vol. 36, Essays in Honor of Dorothy Kent Hill (1977), pp. iv-vi (3 pages), https://www.jstor.org/stable/20168940.

Sito web ufficiale de The Walters Art Museum.

6 gennaio 2019 (ultima revisione: 11 aprile 2021).